Manganellate e leggi repressive:
costruiamo la risposta nelle piazze
Nota della redazione web
A Pisa e Firenze, studenti delle scuole superiori che stavano manifestando a sostegno del popolo palestinese in occasione dell’importante giornata di sciopero del 23 febbraio sono stati manganellati a freddo dalla polizia. Non è l’unico episodio di repressione violenta avvenuto in questo periodo: pochi giorni fa, altri manifestanti sono stati caricati dalla polizia davanti alle sedi Rai di Napoli, Bologna e Torino, con tanto di feriti e contusi. Il pretesto, guarda caso, è sempre lo stesso: si tenta di stroncare le proteste che hanno come obiettivo la solidarietà al popolo palestinese che resiste contro il genocidio a opera di Israele.
I fatti di Pisa, in particolare, hanno suscitato l’indignazione generale: gli studenti che sono stati manganellati erano in gran parte minorenni e, soprattutto, tentavano solo spostarsi in una piazza per continuare il loro corteo. Sono stati, per primi, i loro insegnanti a denunciare il vergognoso operato della polizia.
I rappresentanti della destra al governo hanno rivendicato l’operato delle «forze dell’ordine», paventando il pericolo di «assalti» a sedi istituzionali… Che dei ragazzi di 14 e 15 anni possano rappresentare un pericolo per la sicurezza dello Stato è qualche cosa che sfiora il ridicolo, se non fosse che non c’è proprio nulla di cui ridere.
La verità è che questo governo sta inasprendo ferocemente la repressione. Le manganellate di questi giorni non sono un’eccezione: sono la logica conseguenza dei decreti recentemente approvati dal governo, per un’analisi dettagliata dei quali rimandiamo alla lettura di un articolo pubblicato sul nostro sito (1). Al contempo, è evidente che, in relazione alla questione palestinese, il governo ha deciso di usare il pugno di ferro. Questo si spiega, sicuramente, con il carattere razzista di questo governo. Ma c’è un altro motivo: le grandi mobilitazioni in corso nel nostro Paese e in tutto il mondo a sostegno della Resistenza palestinese spaventano il governo Meloni, fidato alleato degli Usa e della Nato.
Non possiamo, al contempo, non denunciare la vergognosa ipocrisia dei partiti dell’opposizione parlamentare, Pd e M5S in primis. Mentre si indignano per i fatti di Pisa, dimenticano le tante azioni repressive che hanno messo in atto quando erano al governo. Non solo: è stato proprio ai tempi del governo Conte1 che sono stati varati i famigerati Decreti Salvini, con i quali ha avuto inizio una svolta repressiva che oggi la destra al governo porta alle sue logiche conseguenze. Nessuno dei governi successivi sostenuti da Pd e M5S (Conte2 e Draghi) ha abolito quei decreti. Anche qui rimandiamo ad articoli che abbiamo già pubblicato su questo sito (2). Altrettanto ipocrite sono le rimostranze del presidente Mattarella, che si dimentica di aver firmato tutte queste leggi, incluse quelle che prevedono anni di carcere per un blocco stradale o un imbrattamento con vernice lavabile.
Alternativa comunista rivendica il ritiro di tutte le leggi repressive. Pensiamo che la strada da percorrere sia quella della mobilitazione di massa: Pisa, che, a poche ore dalle manganellate, ha visto migliaia di persone in piazza, ci indica la strada da percorrere. Ma non basta: è sempre più urgente organizzare l’autodifesa delle lotte, degli scioperi e delle mobilitazioni, nella consapevolezza che solo cacciando tutti i governi borghesi e costruendo un governo operaio e socialista potremo davvero interrompere la spirale repressiva.
Note
1.www.partitodialternativacomunista.org/politica/nazionale/governo-meloni-ma-quale-sicurezza-e-solo-repressione-di-daniele-cofani
2.www.partitodialternativacomunista.org/politica/internazionale/decreti-sicurezza-tanta-propaganda-ma-nessuna-abrogazione
www.partitodialternativacomunista.org/politica/nazionale/decreti-salvini-atto-terzo-come-ti-reprimo-il-dissenso