Non è la pioggia: è il capitalismo
Pdac Emilia-Romagna
Mentre scriviamo questa nota sono già 14 i morti, centinaia i dispersi e decine di migliaia gli sfollati per l'alluvione in Emilia Romagna. La stampa e le tv borghesi presentano tutto questo come un «evento naturale» o, nel migliore dei casi, come qualcosa provocato «dall'uomo». I padroni, i loro ministri e la loro stampa cospargono il tutto con un ipocrita cordoglio.
Ma non c'è nulla di naturale in questi eventi atmosferici estremi: sono il prodotto della crisi climatica e dell'innalzamento della temperatura. Sempre più spesso vedremo periodi di siccità alternarsi a diluvi. E le esondazioni dei fiumi e le frane sono determinati da deforestazioni e cementificazione selvaggia (1). E neppure la colpa è «dell'uomo», alludendo in questo modo a presunte responsabilità della società nel suo insieme, di noi tutti.
Il vero nome del responsabile di tutto questo è il sistema capitalistico, che sta distruggendo il pianeta su cui viviamo; e che fa prevalere gli interessi dei profitti di un pugno di borghesi alle vite di miliardi di uomini. Un sistema che dopo aver provocato quelli che definisce «disastri naturali (lo stesso è accaduto col Covid), lesina persino le risorse per aiutare le vittime della distruzione che ha provocato. E nulla fa – quale che sia il colore del governo borghese di turno – per evitare il ripetersi sempre più frequente di questi disastri.
«Piove governo ladro» si diceva una volta. Andrebbe cambiato in «piove capitalismo ladro»: ladro di un futuro per l'umanità.
C'è dunque un solo modo per porre fine a tutto ciò: porre fine al sistema capitalistico, partendo da uno sviluppo della lotta di classe che sfoci in una rivoluzione socialista. Solo eliminando questo sistema sociale basato sullo sfruttamento dell'uomo e della natura potremo davvero porre fine a questi «eventi naturali».
Nota
(1) Rimandiamo a vari articoli pubblicati sul nostro sito in cui si approfondisce il tema