Partito di Alternativa Comunista

Per un reddito sociale veramente alternativo

 Una vertenza unificante di lotta dei disoccupati

di Michele Rizzi

Da circa tre mesi è partita la campagna regionale dell'Associazione Progetto Comunista pugliese contro "la precarietà, la disoccupazione e per un reddito sociale".

Si tratta di una campagna che ci ha visti quotidianamente tra la gente, dalla partecipazioni alle feste di Liberazione ai sit-in per strada, a raccogliere firme per una petizione pubblica di forte impatto sociale che, al di là della rivendicazione puramente transitoria di un reddito sociale per i disoccupati finanziato dalla regione attraverso il taglio ai finanziamenti al padronato (un centinaio di milioni di euro che la giunta Vendola sta dirottando in direzione dei Natuzzi e degli imprenditori del tessile-calzaturiero), si pone l'obiettivo ambizioso di riunire attorno a tale vertenza il movimento dei disoccupati che è oggi più che mai frammentato e spesso lasciato alla mercé dei ricatti del padrone.

D'altronde, "l'esercito industriale di riserva", da cui attingere e da ricattare, va bene per qualsiasi stagione.

E' bene ricordare che la proposta di reddito sociale di Progetto Comunista si pone seriamente sul terreno anticapitalista ed è quindi incompatibile con qualsiasi misura basata sulla logica riformista "redistributiva", di "elemosina sociale" o di nuovo sfruttamento come il reddito d'inserimento (un esempio locale è quello praticato dall'assessore al bilancio Boccia della giunta Emiliano di Bari) che invece va respinta, e denunciata quale inganno ai danni dei disoccupati stessi e come ennesimo regalo alle aziende, a scapito della garanzia di lavoro stabile.

Tra l'altro, e non è un caso, che fortissima è stata la polemica da noi sviluppata contro le altre proposte (da quella del Prc, a quella lombarda, o alla legge sul salario sociale della Campania della giunta Bassolino, basate unicamente sulla logica di puro sostegno e solidarietà assistenziale) e che ci vede protagonisti nello scenario dei movimenti di lotta, come l'unica alternativa reale ai blocchi politici borghesi che governano gli enti locali della nostra regione.

Quindi, con grande difficoltà, ma con grande fiducia, ci si pone l'obiettivo di unire i disoccupati pugliesi, per costruire in Puglia, un soggetto vertenziale di lotta contro le politiche liberiste dei governi di centrosinistra e di destra.

Da qui la costituzione, assieme ad altre realtà di lotta e di movimento, di "Comitati di lotta contro il precariato per il reddito sociale", come già fatto a Barletta e in altre città.

D'altronde la formulazione della proposta è chiara: "la crisi capitalista la paghi chi l'ha generata, ossia il padronato stesso ed i suoi governi". Infatti, nel mentre si lotta per ridistribuire fra tutti il lavoro esistente (riduzione dell'orario di lavoro a parità di salario), nel mentre si rivendica il diritto al lavoro in funzione di bisogni sociali e quindi lotte e vertenze per assunzioni finalizzate (a cominciare dai lavoratori delle agenzie interinali), nel mentre si combatte una guerra necessaria per l'abolizione di tutti i contratti flessibili, rivendichiamo l'immediato diritto alla vita per coloro che cercano lavoro.

E' questa una rivendicazione alternativa non al lavoro ma al lavoro precario (creato da Prodi e Berlusconi), con le sue gabbie salariali, con la sua "flessibilità" come leva di ricatto continuo verso i lavoratori occupati e come rinegoziazione dei diritti per i giovani disoccupati.

E' questa una rivendicazione necessaria nelle epoche di crisi, funzionale a organizzare e mobilitare i disoccupati, a sottrarli alle pressioni padronali, al degrado sociale, a rafforzare l'unità con i lavoratori e quindi la stessa lotta generale per il lavoro stabile e non precario.

Da dove dovranno venire i fondi per finanziare il reddito sociale per i disoccupati e i precari?

Che si tagli ogni finanziamento della regione Puglia alle imprese e si aumenti del 100% la tassazione regionale alle stesse, cominciando dai soldi che la regione si appresta a regalare al padronato pugliese (si parla di circa 100 milioni di euro), continuando in tal senso, la politica della precedente giunta Fitto.

Vendola ha ottenuto tantissimi consensi da una base sociale che chiedeva un'alternativa reale alle politiche di lacrime e sangue del berlusconiano Fitto. Ma a oggi, come l'Amr Progetto Comunista pugliese sosteneva fino dalle primarie della scorsa primavera, il fatto evidente è che siamo nella logica della continuità con i precedenti governi, dalla sanità, alla questione agricola, fino al rapporto stretto con il padronato.

Come si può sostenere la richiesta di un "altro mondo possibile" se poi lo stesso Vendola guida la delegazione governativa pugliese negli Stati Uniti di Bush, appena un mese fa, per incontrare esponenti della Banca Mondiale e del padronato a stelle e strisce per favorire delocalizzazioni e patnership capitaliste?

D'altronde lo stesso Vendola, in un'intervista alla Gazzetta del Mezzogiorno è stato molto chiaro: "Da questo mondo non solo abbiamo ricevuto manifestazioni di entusiasmo, ma anche di grande interesse. Nel cuore del mondo, nella World Bank siamo stati ricevuti da tutto il management ai livelli più alti".

Si va dunque dal miglioramento dei processi di delocalizzazione ed internazionalizzazione fino alle scuole di imprenditorialità finanziate dalla Regione.

A quanto pare "l'altro mondo possibile" è il capitalismo imperialista statunitense con le sue istituzioni, quali Banca mondiale e Fondo monetario internazionale.

La nostra risposta a questa linea è la denuncia politica ai lavoratori e alla base sociale che ha sostenuto Vendola, credendo realmente in un "cambio di rotta", a partire dall'operatività di una proposta politica di indipendenza del movimento operaio e dei disoccupati e precari dalle compatibilità del capitale e delle sue istituzioni, aperta alla discussione con tutte quelle organizzazioni sociali, sindacali e politiche che si pongano realmente sul terreno dell'alternativa sociale, al di fuori della logica esclusiva della propaganda fine a se stessa.

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