La VII Conferenza nazionale del Flna:
intervista a Diego Bossi
Intervista a cura della redazione web
Sabato 1° febbraio a Firenze si è svolta la VII Conferenza nazionale del Fronte di Lotta No Austerity, un coordinamento nazionale di realtà di lotta che cerca di superare le divisioni tra sigle al fine di creare la massima unità d’azione possibile, con una prospettiva anticapitalistica. L’assemblea ha visto la presenza di numerosi delegati da diverse regioni d’Italia, in gran parte rappresentanti di importanti realtà di lotta e di movimento. Tra queste realtà ricordiamo, in particolare, gli operai della Beko, gli attivisti del movimento a sostegno della Resistenza palestinese (tra cui alcuni compagni palestinesi, i sanitari per Gaza, Firenze per la Palestina), i ricercatori universitari in mobilitazione, gli attivisti dei movimenti di lotta per la casa e quelli antifascisti. Potete leggere il report dettagliato sul sito del Flna a questo indirizzo www.frontedilottanoausterity.org/articoli/7-conferenza-nazionale-del-flna-report-documento-politico-mozioni-approvate/
Intervistiamo qui Diego Bossi, operaio Pirelli, attivo nel sindacalismo di base e membro del Gruppo operativo nazionale del Flna. Diego è anche un dirigente del Pdac.
Diego, sabato 1° febbraio si è svolta a Firenze la 7° Conferenza nazionale del Fronte di Lotta No Austerity, anche quest’anno immaginiamo siano state diverse le realtà che hanno partecipato.
Tra le realtà presenti c’erano: Beko, Pirelli, lavoratori dei trasporti aeroportuali e ferroviari, lavoratrici e lavoratori della scuola, dell’università e della sanità, Donne in lotta, movimenti antifascisti e di lotta per la casa, ma soprattutto è stato molto importanti l’intervento di esponenti del movimento palestinese, appartenenti a realtà importanti come Sanitari per Gaza, Firenze per la Palestina, Comunità palestinese di Siena, il Movimento Studenti Palestinesi in Italia.
Quella dei lavoratori Beko è una delle più importanti vertenze nazionali e si iscrive appieno in quella che è una più ampia crisi industriale che sta colpendo duramente il settore dell’elettrodomestico…
Esattamente. Su un totale di 4400 dipendenti sono stati annunciati 2000 licenziamenti. La reazione dei lavoratori è stata immediata, organizzando scioperi e presìdi hanno subito dimostrato la loro tempra, mandando un messaggio chiaro e inequivocabile: il posto di lavoro non si tocca!
L’intervento alla conferenza è stato affidato a Gianni Bassani, operaio alla Beko di Siena, dove è anche dirigente provinciale dei Cobas lavoro privato. Gianni ha già rilasciato una bella intervista per il sito del Flna (1), nel suo intervento ha messo in evidenza quello che è senza dubbio un elemento centrale e fondante del Fronte di Lotta No Austerity: l’importanza di unire le lotte e la spinta propulsiva reciproca che possono darsi tra esse, un messaggio che il compagno ha dato senza alcuna retorica. Non a caso ha voluto citare un esempio concreto, ossia il percorso comune che nel territorio senese stanno facendo sia con la cittadinanza che con il comitato di ricercatori universitari precari (anch’essi presenti alla conferenza).
Un altro versante della crisi industriale è quello che sta colpendo il settore automotive, che possiamo definire la spina dorsale dell’industria.
La crisi automotive si iscrive nella più generale crisi del capitalismo, in particolare quello industriale; questa precisazione è importante perché dobbiamo rifuggire la narrazione di «un settore in crisi» all’interno di un sistema che tutto sommato regge: il capitalismo è un sistema in putrefazione nella sua fase di decadenza, in cui i colpi di coda massacreranno il proletariato. Al contempo è giusto mettere in evidenza che la produzione di auto costituisce l’ossatura del comparto industriale e ad essa è legato un indotto enorme. Crolla l’auto crolla tutto.
In Italia le fabbriche Stellantis o sono chiuse o ridotte al lumicino, sono migliaia i lavoratori in cassa integrazione e altrettanti quelli che in questi anni, con la complicità attiva delle direzioni sindacali di Cgil, Cisl e Uil e l’appoggio di tutti i governi che si sono succeduti, sono stati lasciati per strada. Anziché co-gestire la chiusura delle fabbriche barattando prebende e privilegi per gli apparati, i dirigenti dei maggiori sindacati confederali dovrebbero organizzare il conflitto e chiamare alla lotta per difendere l’occupazione e le condizioni di lavoro degli operai.
Se fino a pochi anni fa si pensava che la crisi automotive fosse un fardello tutto italiano, ora appare chiaro che il fenomeno è globale, e anche i falsi miti di Francia e Germania perdono la maschera: sono decine di migliaia i posti di lavoro a rischio in seguito alle chiusure annunciate. Per i capitalisti dell’automotive la sola via per sopravvivere e quella delle fusioni e delle acquisizioni, che arricchiranno sempre di più i padroni creando disoccupazione e miseria tra i lavoratori. Tanto più per questo che oggi la costruzione di un organismo di fronte unico d’azione si rivela essere necessaria.
Dall’eroico atto di Resistenza del 7 ottobre 2023 ad oggi sono passati 16 mesi. Il popolo palestinese non solo ha tenuto testa a uno degli eserciti, quello sionista, meglio armati del mondo, ma ha costretto lo Stato artificiale, coloniale, genocida e razzista d’Israele a scendere a patti per lo scambio di prigionieri e a cessare i bombardamenti a Gaza. Una Resistenza che ha avuto eco in tutto il mondo, dove il movimento Palestinese non ha mai smesso di riempire le piazze di ogni città con manifestazioni e cortei. Tutto ciò si è riflesso nella Conferenza?
Gli organizzatori hanno collocato la Resistenza Palestinese al centro della Conferenza, insieme con le lotte contro l’oppressione di genere (maschilismo e omobitransfobia) e con quelle operaie e sindacali. La resistenza Palestinese e il movimento a suo supporto sono, in questo momento, l’avanguardia mondiale della lotta di classe: se spesso, come partito, spieghiamo che tutte le lotte senza mettere in discussione il capitalismo saranno inefficaci, perché in questo sistema i padroni, appena le condizioni glielo permetteranno, si riprenderanno tutto con gli interessi, possiamo aggiungere che una lotta al capitalismo, per essere tale, deve essere collegata al sostegno incondizionato dell’eroica Resistenza del popolo palestinese, in prima linea contro lo stesso sistema che sfrutta i lavoratori di tutto il mondo.
Il governo Meloni, in continuità coi precedenti governi, sta affilando la lama della repressione: il Ddl 1660, qualora venisse approvato, darà un giro di vite sia in termini penali che coercitivi contro le lotte di lavoratori, donne, immigrati, studenti, pensionati e disoccupati. Quale ruolo può avere Il Fronte di Lotta No Austerity in questo contesto?
Un ruolo determinante sia nella difesa dei diritti sociali e delle condizioni lavorative sia nelle lotte per la conquista delle nostre rivendicazioni. Le categorie che avete citato nella domanda spesso si sovrappongono: una donna può essere immigrata e lavoratrice. Il governo di estrema destra guidato da Giorgia Meloni ha già abbondantemente dato prova di aver attaccato le masse popolari in tutte le loro categorie. Pensiamo alle donne che si troveranno le associazioni pro vita nei consultori, ai lavoratori col (non)potere d’acquisto fermo al 1990 e con la prospettiva di una pensione misera e sempre più irraggiungibile, agli immigrati chiusi e spesso torturati nei Cpr.
Il Ddl 1660 è una necessità del governo che vuole avere tutti gli strumenti per contenere e reprimere le lotte, a partire dal movimento a sostegno della Palestina che da 16 mesi riempie le strade con costanza e determinazione; vogliono mano libera e protezione per i poliziotti e penalizzazione (nel senso di trasformazione in reati penali) delle lotte.
La nostra necessità, invece, sta proprio nell’unire tutte le lotte in corso contro il capitalismo dominato dai padroni e dai loro governi di turno. Un’unità che dobbiamo perseguire anche fuori i confini nazionali, per questo come Flna aderiamo alla Rete sindacale internazionale di solidarietà e di lotta, che quest’anno svolgerà in Italia il suo 6° incontro a novembre: il Fronte di Lotta No austerity sarà tra gli organizzatori dell’evento.
Un’ultima domanda, Diego: durante la Conferenza si è tenuta la presentazione del libro La storia nascosta del sionismo puoi spiegarci in breve di cosa si tratta?
Il libro è stato scritto nel 1988, quindi 35 anni prima di quel 7 ottobre 2023 in cui i media borghesi vogliono collocare l’inizio degli scontri tra israeliani e palestinesi; l’autore del libro è Ralph Shoenman, ebreo statunitense, giusto per mettere a tacere coloro che tacciano di antisemitismo chiunque osi criticare la politica sionista dello Stato d’Israele. La scelta di presentare questo prezioso e fondamentale libro - con la presenza di Karim Farsakh (Movimento Studenti Palestinesi, autore della prefazione) e Francesco Ricci (curatore del libro) - pubblicato dall’Associazione Rjazanov, è perché crediamo sia fondamentale per conoscere la storia dell’occupazione sionista e del progetto politico del sionismo: un libro che fa carta straccia delle menzogne propagandistiche di Israele e restituisce un insieme di verità dimostrate con rigore scientifico su un popolo che eroicamente resiste da ottant’anni.
Note
1.www.frontedilottanoausterity.org/articoli/beko-annuncia-2000-licenziamenti-la-parola-a-un-protagonista-in-prima-linea-di-questa-lotta/